Tuttavia, qualcosa che non va bene c'è, ed è questo terrificante clima equatoriale, che ti appiccica i vestiti già di primo mattino, ti arriccia i capelli, ti impone ritmi dannatamente lenti e trasforma l'attenta auscultazione del tuo corpo in una cacofonia di scricchiolii di ossa che neanche ci stessimo sparando la maratona di Skeleton 1-2-3-4, e pure con le cuffie ad infrarossi
Questo, i Singaporiani lo sanno, e se ne scusano, da subito, con un dispiacere altrettanto sincero: il clima, non va. Arrivano anche ad ironizzarci su, sostenendo che non è vero che a Singapore non esistano le stagioni, che anzi ci sono e sono ben tre, “caldo, più caldo e caldissimo” ma il problema rimane. Gli aspetti positivi si compensano con quelli negativi: è vero che non devi fare il cambio di stagione negli armadi, ma guai a non arieggiarli ogi giorno, se non ci si vuol ritrovare con una collezione di tubini verde-muffa, quando avevate insistito perchè fossero tutti di colori diversi; è vero che non ci sono le noie dei caloriferi: pulizia, manutenzione-spurgo e via dicendo; ma provate a rimaner mezz'ora coi condizionatori fuori uso; è vero che ti passa la fame, ma in concomitanza passa anche la voglia di muoversi, vasche in piscina comprese. L'unica reale conseguenza benefica la si registra sul fronte della conversazione, liberata finalmente dell'odioso luogo comune del “non esistono più le mezze stagioni”. Qui, una ne abbiamo-e ci tocca godercela intera.