Se è vero che negli ultimi anni il 33,3% degli italiani dichiara di aver diminuito il proprio consumo di carne, è altrettanto vero che l’82% degli intervistati vede questo alimento ancora come fondamentale per la proprio dieta.
Ma riavvolgiamo un po’ il nastro. Alla fine di ottobre i principali mezzi d’informazione hanno riportato la notizia secondo cui lo IARC – l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità – ha diffuso una nuova classificazione riguardante la carne rossa fresca e quelle lavorate (come i salumi): le carni lavorate sono state inserite nel gruppo delle sostanze “sicuramente cancerogene per l’uomo” mentre le carni rosse fresche (manzo, vitello, maiale, agnello, montone, cavallo, capra) risultano “probabilmente cancerogene per l’uomo”.
A seguito dell’annuncio, il 19,2% delle persone ha deciso di eliminare completamente dalla dieta salumi & co. (il 6,7% riserva lo stesso trattamento alle carni rosse fresche), mentre il 32,9% dichiara di consumare ancora carni lavorate ma con moderazione (il 50,9% dichiara lo stesso per le carni fresche).
Dunque: carne o non carne? Questo il dilemma! I pro e i contro sono molti. La carne rossa è fonte di proteine, ferro, vitamina B12, vitamina B6, e altre sostanze fondamentali per le corrette funzioni del corpo umano; d’altra parte è scientificamente provato che un consumo eccessivo (soprattutto di salumi) comporta un aumento del rischio di cancro allo stomaco e del colon-retto.
A complicare il quadro, c’è da dire che molti studi non prendono in considerazione sostanze presenti proprio nella carne che apportano benefici alla salute umana: su tutti il coenzima Q10 (utile nella prevenzione da malattie cardiache, ipertensione e danni alle ossa), taurina (sostanza utilizzata anche per produrre bevande energetiche), carnosina (utile contro l’invecchiamento della pelle e le infiammazioni).
Infine un appunto necessario sull’Organizzazione Mondiale della Sanità. Fonti autorevoli addensano nubi sull’operato dell’OMS; per esempio il professor Eduardo Missoni, esperto di strategie globali per la salute dell’Università Bocconi, afferma: “l’OMS è stata progressivamente indebolita dall’avvento di nuovi attori, e dal contestuale abbandono da parte dei suoi soci, i 193 Paesi fondatori. È stata così costretta a concedersi ad organizzazione alternative, perdendo la capacità di essere il punto di riferimento sulle priorità di salute pubblica mondiale. La forte necessità di reperire finanziamenti ha portato la più importante organizzazione delle Nazioni Unite a scendere compromessi e a negoziare l’agenda delle priorità”.
Insomma, tra ricerche e numeri pubblicati a favore del consumo di carne e altrettante sostenute da organizzazioni sulle quali aleggiano dubbi e spirano venti di tempesta, chiudiamo con una citazione del libro di Jack London “Storie di pugili”: “Tom King aveva fame. Non erano i soliti morsi, era una specie di profonda debolezza, una palpitazione alla bocca dello stomaco che si trasmetteva a tutto il corpo. Ricordò il momento dell'incontro in cui aveva condotto Sandel sull'orlo del crollo. Con quella bistecca ce l'avrebbe fatta! Gli era mancato solo quello per il colpo decisivo, ed era stato sconfitto. Tutta colpa di quella bistecca”.