Iraniano, ha potuto donare ricchezza mischiando una cucina abbondante di carne, selvaggina e verdure con profumi e spezie che solo i popoli orientali possono regalare.
Dalla zuppa di marroni servita con prosciutto croccante al piatto terra e mare con filetto di manzo e gamberoni su letto di crema di zucca, patate e funghi;
dalla coda di rospo servita su risotto allo zafferano (da milanese posso dire: ottimo risotto!)
alla coscia d’oca con cavolo rosso aromatizzato alla cannella, l’arcobaleno di emozioni mi ha lasciato senza parole.
Ciò che mi porto a casa da queste esperienze è l’amore crescente per i prodotti. Un amore che le contaminazioni accrescono a dismisura. La capacità di questi pionieri dei nuovi sapori è anche questa: ri-valorizzare prodotti secolari, dar loro nuova vita e, di conseguenza, far innamorare della semplicità (pur nella complessità di una ricetta vista e rivista secondo nuovi abbinamenti) dei prodotti a nostra disposizione.
Come dice il maestro Gualtiero Marchesi: “avete presente quante vite può avere un arrosto? Basta un profumo a cambiarne la sorte”.