Renato, si vede e si percepisce questo tuo smisurato amore per la panificazione con pasta madre, che tu amichevolmente chiami “il Signor Lievito”, ma ci vuoi raccontare la tua idea davvero singolare, come è nato il tuo progetto dei “figli di pasta madre”?
L’idea del progetto dei “figli di pasta madre viva” nasce un po’ per gioco. Ricordo ancora che eravamo a Taste e con degli amici parlando dell’abuso a livello commerciale che si era fatto del termine “pasta madre”, si diceva che sarebbe stato bello tutelare i nostri prodotti artigianali, quelli dei professionisti che lavoravano seriamente con la pasta madre, quella viva appunto. E così pensando ad un modo concreto per farlo, venne l’idea del progetto: riunire tutti i professionisti che utilizzavano la pasta madre sotto un marchio: #FDP
Ovvero? Cos significa FDP?
#FDP è l’acronimo utilizzato per il marchio che ora è brevettato: i Figli Di Pasta madre Viva. Tutti i professionisti che lavorano seriamente i loro prodotti utilizzando la pasta madre, si sono riuniti mettendoci la faccia e aderendo al progetto. FDP è un bollino che nasce come tutela per i consumatori, spesso tratti in inganno da prodotti con in etichetta diciture poco chiare come “lievito naturale” o “pasta madre essiccata”. Molti di noi sentivano l’esigenza di dimostrare di fare qualcosa in più e meglio. Vogliamo informare, comunicare, dialogare con i nostri clienti, ed eventualmente, su richiesta, aprire i nostri laboratori, per parlare con la gente e dimostrare concretamente come ciascuno di noi lavora.
Quanti sono al momento gli aderenti al progetto?
Molti sono i professionisti che hanno aderito al progetto FDP, che ad oggi conta oltre 250 soci non solo dall’Italia, ma anche da Spagna, Cina e USA. Tutti entusiasti, perché si sente il bisogno di tutelare non solo i prodotti, ma in qualche modo anche il lavoro di chi sceglie quotidianamente e con passione di dedicare tempo ed energie per tenere in vita il lievito madre. Chi lo possiede sa quanta dedizione e impegno siano richiesti, proprio come un figlio di cui prendersi cura.
Come vengono selezionati gli aderenti al progetto? Come valutate le adesioni?
Al momento esiste un disciplinare, attualmente non ancora organizzato con controlli e sanzioni come per l’industria alimentare, per ora è più una sorta di regolamento per poter ottenere il marchio FDP. Un disciplinare in itinere, che potrà però essere anche rimaneggiato se il confronto con altri soci lo richiederà.
Occorre pagare per ottenere il marchio FDP?
No, assolutamente, l’adesione ad FDP è ovviamente libera e gratuita, perché lo spirito con cui è stata fondata è uno spirito inclusivo e non vuole essere vincolante. Anche noi pizzaioli, come ogni artigiano, siamo accomunati da caratteristiche di lavorazione degli impasti che direi sono “unici”. Deve esserci assoluta libertà nella gestione del lievito madre. La possibilità di gestire in modi diversi il proprio lievito madre, è quella in grado di creare la tipicità di un prodotto artigianale. L’importante è che sia vivo e l’etica professionale di lavoro farà il resto. Immagino un futuro in cui come succede attualmente per il vino, i clienti possano riconoscere all’assaggio la pizza di Renato Bosco! Proprio perché ognuno di noi ha il suo stile e la sua modalità di lavorare la pasta madre, il suo tocco. Mi piace pensare che la scintilla che innesca l’arte nasce dall’equilibrio e dall’emozione.
Un bel progetto FDP davvero ambizioso, una bella iniziativa di inclusione e sinergia tra pizzaioli, pasticceri e panettieri a favore dei consumatori più attenti ed esigenti. Come immagini il futuro del tuo progetto?
Nel futuro immagino sinergie. Incontri, spazi di confronto tra pizzaioli, panettieri, artigiani e altri professionisti ed esperti: nutrizionisti, tecnologi alimentari e produttori, per imparare gli uni dagli altri e diffondere la cultura della panificazione tradizionale con pasta madre viva. Il mio intento è anche formativo.
Bisogna crescere come professionisti, organizzarsi e dialogare insieme, ma anche con i clienti per far capire loro la differenza ed il valore aggiunto di un prodotto artigianale fatto con la pasta madre viva. Il prossimo passo potrebbe essere fondare un’associazione, per cercare nuove sinergie e divulgare il più possibile l’importanza del lavoro artigianale di qualità.
Renato per farti conoscere anche in città a Verona hai da poco fatto un altro grande passo, un sogno che si realizza, ce lo vuoi raccontare?
Sì da pochissimo ho aperto anche altri due punti vendita nel centro di Verona: Saporè Pizza Stand Up per degustare in modalità “street-food le mie specialità, come la pizza crunch e doppio crunch” e Saporè Dowtown con una vera e propria sala degustazione.
Si ventila anche la possibilità di avere degli stellati tra i pizzaioli e Renato Bosco certamente ha tutti i numeri per poterla ottenerla. Un grande in bocca al lupo al pizza-ricercatore dunque, per tante future soddisfazioni, perché le merita davvero tutte!
Per ulteriori informazioni in merito al progetto o per aderire al marchio è possibile consultare il sito a questo indirizzo: Figli Di Pasta madre viva.