La grande radice bianca della pastinaca, che veniva utilizzata soprattutto lessata e nelle zuppe e in inverno, dopo le prime gelate, è ancora più buona perché guadagna in concentrazione d'amido e dolcezza.
In Italia era già apprezzata nel Cinquecento, epoca del Palladio, e proprio per celebrare il grande artista i ristoratori del Vicentino sono tornati a reinserirla nel loro menu mentre alcuni agricoltori, in particolare nella zona di Monticello, hanno ricominciato a seminarla. Tra loro ci sono i fratelli Claudio e Domenico Barausse che proprio a Monticello hanno un'azienda modello da visitare anche in questi mesi invernali periodo in cui l'agricoltura vicentina trova il suo acme.
Attualmente, spiega Claudio Barausse, si possono trovare, oltre alla pastinaca, la patata viola, il broccolo fiolaro, il daicon (che è un ravanello di origine asiatica), le puntarelle, le cime di rapa (un omaggio alla moglie di Domenico, di origini pugliesi), poi cavolo nero, il pregiato radicchio rosa (un ecotipo locale che si cucina con la radice) e il radicchio tardivo, sbiancato direttamente da loro nella vasca di proprietà dell'azienda.
Ma Vigardoletto è anche un progetto di fattoria sociale: Claudio infatti è anche un educatore professionale e sono diversi i progetti in campo che permettono ai ragazzi in condizioni di disagio psichico di imparare a lavorare e contemporaneamente godere dei benefici della campagna. «Tecnicamente – spiega – è un privato for project» che partecipa anche all'ambizioso progetto del Forum di agricoltura sociale di Vicenza.
Per info www.vigardoletto.it, ma c'è anche un aggiornata pagina Facebook seguita quotidianamente da Claudio.